La chiesa della SS. Annunziata rappresenta un esempio influente del Barocco Piemontese in particolare per l’arte della prospettiva applicata al Quadraturismo (tecnica decorativa che prevede di imitare e inventare fantastiche architetture dipinte con finti marmi e finti arredi decorati).
La primitiva chiesa fu costruita fuori dalle antiche mura, vicino alla porta di Val di Villa sulla strada che conduceva ad Alba verso la metà del XVI secolo (la pala d’altare commissionata a Guglielmo Caccia per la chiesa ha infatti data 1585). Il primitivo antico oratorio portava il nome di “Nostra Signora“, “Ecclesia Beate Marie Virginis ad portam Vallis Ville”, come viene chiamato nelle fonti in latino di fine ‘500. Il culto di Maria nell’invocazione di “Annunziata” fu attribuito soltanto in seguito, probabilmente per merito di una maggiore istruzione religiosa del popolo ad opera della predicazione dei “Servi di Maria”, ordine monastico fondato nel 1233 a Firenze da sette Santi Fondatori, appartenenti ad importanti casati della città, e presente a Vezza sul colle di Madonna dei Boschi.
L’antico oratorio, di dimensioni piuttosto modeste (la larghezza interna era di circa cinque metri) non aveva né coro né abside; l’altare, in legno, poggiava direttamente sul muro di fondo. Solo nel 1679 venne affiancato da un campanile di piccole dimensioni.
Nel 1695 il Capitolo deliberò di erigere dietro l’altare un nuovo coro (il presbiterio e il coro attuali). Esso risultava a pianta quadrangolare con il lato minore di circa sette metri e un’altezza di cinquanta centimetri superiore a quella del fabbricato esistente; le dimensioni e l’altezza erano tali da far trasparire l’intenzione di sostituire poi la piccola cappella con una costruzione ben più ampia e alta.
La costruzione della nuova Chiesa prese dunque l’avvio come un ampliamento di quella vecchia.
Nel 1699 iniziarono i lavori per la costruzione dell’aula centrale della nuova Chiesa. Il disegno originario porta la firma del Barone Francesco Rachis di Carpeneto signore di Verduno. Le operazioni di costruzione della nuova Chiesa si protrassero fino al 1713, anno in cui si ritiene che la costruzione fosse oramai completata quasi per intero.
Nel 1721 iniziarono i lavori per la costruzione del nuovo campanile, in sostituzione di quello edificato del 1679. Il campanile venne addossato al lato ovest della Chiesa e ruotato di 45° rispetto all’asse longitudinale della stessa.
Intorno al 1830 viene in ultimo realizzata la parte a due piani simmetrica alla sacrestia con il coretto.
Ma, come già accennato, è la decorazione pittorica interna l’elemento sul quale la Comunità guarenese ha investito maggiormente: peculiarità propria di questo monumento è la rappresentazione dell’architettura della cupola nella sua completezza, senza il ricorso a sapientissime intromissioni di rappresentazioni figurate che riducevano la difficoltà di chiudere le immagini della finta architettura.
I pittori quadraturisti che lavorarono alla Chiesa dell’Annunziata sono Francesco Casoli di Guarene con esperienze alla Scuola dei Galli Bibiena, Vittore de Nicola di Locarno e Giacomo Rapa (Rappa) forse di Lugano. Le opere di pittura figurativa (i quattro evangelisti raffigurati sulle vele della cupola, le figure rappresentate sulle ante dell’organo, gli affreschi laterali del coro) sono opera di Michele Antonio Milocco, autore anche del grande quadro olio su tela dell’altar maggiore rappresentante l’Annunciazione, del quadro di Santa Elisabetta d’Ungheria sull’altare di sinistra e della Deposizione sull’altare di destra. Le tre splendide tele del Milocco sono state riportate da poco all’originale splendore grazie al restauro.
Di grande pregio anche il coro ligneo del XVII secolo.
Quale significativo esempio di architettura sacra del ‘700 piemontese nel 1909 la Chiesa dell’Annunziata è stata dichiarata “Monumento pregevole di arte e storia”.
Gli interventi di restauro iniziati a metà degli anni ’90 e portati a termine nel 2013 hanno interessato la struttura architettonica, gravemente compromessa, gli intonaci, le decorazioni, gli arredi, le tele. I lavori sono stati realizzati grazie al sostegno dalla Compagnia di San Paolo di Torino e all’impegno congiunto di vari altri soggetti pubblici e privati: il Ministero dei Beni Culturali, la Regione Piemonte, la Provincia di Cuneo, il Comune di Guarene, la Biblioteca Civica di Guarene, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, la Curia di Alba, la Fondazione Ferrero, i Fondi Europei per lo Sviluppo Regionale (FESR).
Nella sacrestia è stata riposta l’originaria pala d’altare del Moncalvo raffigurante l’“Annunciazione”, mentre nella sala dell’oratorio ha trovato collocazione la tela di “San Michele”, appartenente all’omonima chiesa, realizzata anch’essa da Guglielmo Caccia nel 1585; esse rappresentano il primo periodo del grande pittore piemontese. Entrambe le opere sono state riportante all’antico splendore con un accurato restauro.
Alla chiesa appartengono anche numerosi arredi, paramenti e stendardi processionali settecenteschi.
Grazie alla convenzione tra Comune e Curia Vescovile la Chiesa può ospitare concerti, mostre, convegni ed altri eventi culturali.
Ulteriori informazioni alla pagina www.visitguarene.it/la-chiesa-della-ss-annunziata